La Sapienza della Croce

La Sapienza della Croce  (XXX) n.1 Gennaio-Aprile 2015

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EDITORIALE
Anno della Vita Consacrata: sequela dell’Agnello Immolato
GIANNI SGREVA, CP (direttore della rivista) (pp. 3-4)


SACRA SCRITTURA
La folla in vesti bianche e il sangue dell’Agnello che lava (Ap 7,9-17): una concentrazione di simboli e di allusioni all’AT
(edizione riveduta e corretta 2015)
FRANCESCO GIOSUÉ VOLTAGGIO (pp. 5-89) 

Il presente contributo intende fornire un’interpretazione di Ap 7,9-17, avendo come centri focali il sottofondo dell’AT e il simbolismo dell’Apocalisse. Dopo l’analisi esegetica, si esaminano i simboli fondamentali presenti nella pericope: la veste bianca, il sangue dell’Agnello, il Tempio-Tenda, l’Agnello-Pastore e le fonti d’acqua della vita. Dallo studio di tali simboli emerge la loro relazione alla festa di Sukkot e, più in generale, ai temi dell’Esodo da una parte, e al Battesimo, dall’altra. Si rileva, in particolare, un tipo di simbolismo basato sull’ossimoro, usato dall’autore al fine di «esprimere l’inesprimibile» circa l’identità dell’Agnello (il suo sangue lava le vesti degli eletti ed egli è al contempo Agnello e Pastore) e per coinvolgere dinamicamente il lettore/gruppo uditore. Alla fine, si abbozzano conclusioni teologiche e linee di attualizzazione ermeneutica.


TEOLOGIA
Il percorso bonhoefferiano della theologia crucis: analisi e sviluppo
CRISTIANO MASSIMO PARISI, CP (pp. 91-110)

L’autore presenta il percorso teologico-esperienziale di Bonhoeffer sulla theologia crucis, soffermandosi su quegli asserti teologici che hanno alla base lo schema del sub contraria specie. Pur derivando dalla lezione di Lutero, la riflessione bonhoefferiana presenta una sua originalità e sviluppo. Tenendo presente la situazione storica in cui vive, Bonhoeffer dà avvio ad un nuovo capitolo nella theologia crucis, dove i nuovi protagonisti sono il mondo e la sua evoluzione storica. Per il teologo luterano non è importante contrastare l’aspetto speculativo (ossia la conoscenza di Dio), ma è in questione la modalità della relazione di Dio con l’uomo diventato adulto. E se tra coloro che non sono motivati da ragioni di fede c’è chi è capace di “rappresentare vicariamente” gli altri fino al sacrificio della propria vita, è evidente che la riflessione sul rapporto tra fede, salvezza e comunità assume a Tegel un respiro universalistico ed è orientata dall’interpretazione “non religiosa” della signoria di Cristo sul mondo.


DIALOGO INTERRELIGIOSO
Noi cristiani e lo Stato di Israele.
Il dialogo ebraico-cristiano nel cinquantesimo
della dichiarazione Nostra aetate.
ADOLFO LIPPI, CP (pp. 111-121)

Adolfo Lippi offre qui una sua riflessione sul Convengo organizzato dalla CEI a Salerno nel novembre 2014, in preparazione al cinquantesimo della dichiarazione conciliare Nostra aetate, che ricorre in questo anno 2015. Il Convegno aveva come titolo Invocheranno il Nome dell’Eterno concordemente uniti. Prospettive sul re-incontro fra ebrei e cristiani. Esso ha visto la partecipazione di un numero grande e qualificato di sacerdoti e di rabbini e ci ha offerto la gioia di pregare insieme l’unico Dio vivente. Osservando l’avvicinamento di anno in anno crescente fra Israele e Chiesa, Lippi prospetta lo sviluppo di una teologia condivisa fra studiosi ebrei e cristiani, che usufruisca delle possibilità assolutamente nuove che oggi si hanno rispetto al passato.


CULTURA
Alcune considerazioni sull’amore
del prossimo nel pensiero greco-latino
GIOVANNI DI GIANNATALE (pp. 123-133)

L’autore partendo dal pensiero di Benedetto Croce, secondo cui la storia subì una svolta radicale quando Cristo, dettando il comandamento dell’amore, ignoto ai pagani, fondò l’universale fraternità tra gli uomini che, in quanto figli di Dio, si dovevano riconoscere uguali e amare come Cristo li aveva amati, fa una ricerca sul significato di amore sia nelle Scritture anticotestamentarie, sia nella letteratura extra biblica, nella filosofia greca e negli autori latini, particolarmente Seneca. Evidenziando i punti i frammenti positivi riscontrabili nelle letterature antico greco-romane, l’autore conclude per l’assoluta novità cristiana.


SPIRITUALITÀ
I chiodi che crocifiggono con Gesù.
La vita consacrata passionista tra memoria e profezia.
TITO PAOLO ZECCA, CP (pp. 135-156)

Nell’ambito dell’anno della vita consacrata indetto da papa Francesco è utile ripercorrere il cammino percorso da Paolo Dànei della Croce, sia come mistico che come fondatore della Congregazione della Passione e delle Claustrali Passioniste. Questi riferimenti sono anche utili per tutti coloro che fanno parte, a vario titolo, della famiglia passionista (laici consacrati, celibi, sposati, nonché sacerdoti in cura d’anime). Dopo una contestualizzazione del periodo in cui è nato il fondatore dei passionisti e la sua istituzione, si affronta il tema della professione dei voti e del voto speciale che caratterizza l’istituzione paulocruciana. Viene quindi preso in esame il testo del Diario spirituale di Castellazzo, redatto dal santo durante il suo ritiro di discernimento fondazionale. Si esamina, poi, il contenuto di base della “Regola primitiva” (o formula Instituti). Per comprendere infine il pensiero maturo del santo sulla vita consacrata si analizzano gli elementi portanti dell’opuscolo della “Morte mistica”. Anche se esso non è di sicura paternità paulocruciana, è senza dubbio un testo altamente significativo per comprendere la mens del fondatore e il vissuto della spiritualità passionista sulla vita consacrata della prima generazione dei religiosi della Passione e delle claustrali passioniste e della cerchia delle persone che si riferivano al magistero del santo.

(l’editoriale e le recensioni sono parti integranti della rivista e non sono vendute singolarmente)


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