La Sapienza della Croce (XXVI) n.1 Gennaio-Aprile 2011
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EDITORIALE
Emigrazione e multiculturalità: Croce su cui morire o risorgere
di FERNANDO TACCONE C. P. (pp. 3-9)
SALUTI e PRESENTAZIONI
Saluti del Rettore Magnifico, del Presidente del Pontificio
Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti (pp. 11-14)
STUDI
La fraternità universale, praticabile solo se fondata
non su utopiche ideologie secolaristiche, ma sulla verità
teologica del sacrificio della Croce, che è stato ‘per tutti’
di ANTONIO LIVI (pp. 15-23)
Se il discorso sull’emigrazione e la multiculturalità vien messo in relazione con la teologia della Croce, allora occorre distinguere accuratamente l’ambito della morale naturale – che è l’ambito proprio del discorso politico, riguardante i doveri delle autorità civili e il diritto internazionale (ius gentium) – dall’ambito della morale soprannaturale, ossia dalle esigenze della carità che la Chiesa addita ai cattolici come parte essenziale e specifica della sua dottrina sociale.
Migrazione, asilo, integrazione:
un nuovo paradigma per il diritto internazionale
di VINCENZO BUONOMO (pp. 25-60)
Le risposte che il diritto internazionale e il diritto interno sono chiamati a dare di fronte alle sfide poste oggi dalla mobilità umana, domandano di fare riferimento alle dinamiche della popolazione, alle situazioni di conflitto, alle aspirazioni ad un tenore di vita dignitoso, alla garanzia dei diritti fondamentali della persona umana nella sua situazione di migrante, richiedente asilo, o soggetto da integrare. Sono necessari atteggiamenti di comprensione, assistenza, solidarietà da esprimere attraverso gli strumenti del diritto, ma soprattutto la ricerca di nuovi parametri di ordine culturale da tradurre in altrettanti principi di base e norme di condotta per la gestione, le scelte e la governabilità del fenomeno migratorio. La Croce permette di collocare al centro della riflessione giuridica la salvezza della dignità umana, considerandola un dono fatto ad ogni persona e un fattore essenziale di stabilità internazionale.
Emigrazione e multiculturalità: aspetti biblici
di MARIO COLLU C. P. (pp. 61-84)
Dei molteplici approcci offerti dalla Bibbia ai temi dell’immigrazione e della multiculturalità, l’autore sceglie alcune linee teologiche, che richiamano la storia della salvezza, secondo la traiettoria: dal lógos al caos e, viceversa, dal caos al lógos. Egli sviluppa, in particolare, i seguenti temi ispirati ai racconti dell’Antico e del Nuovo Testamento: 1.1 In principio era il lógos (Gen 1-2); 1.2 Poi venne il caos (Gen 3-11); 1.3 Abramo, l’Arameo errante (Gen 12,1-3; Dt 26,5); 1.4 Amerai lo straniero (Lv 19,34); 1.5 Sono un forestiero (Sal 39,13); 2.1 E il Lógos si è fatto carne (Gv 1,14); 2.1 Gesù, lo straniero (Mt 25,35); 2.3 E il Lógos si diffondeva (At 6,7); 2.4 Il Lógos della croce (1Cor 1,18); 2.5 Stranieri e pellegrini (1Pt 2,11).
“La Chiesa: l’Israele universale”: da Gen 12,3 a Gv 11,47-52.
Una lettura patristica della multiculturalità
e multinazionalità a partire dalla morte di Gesù
di GIANNI SGREVA C. P. (85-122)
Il fenomeno della multiculturalià e della multinazionalità, letto in chiave ebraico-cristiana, richiama l’identità stessa del popolo cristiano che nella Chiesa realizza la benedizione di tutte le nazioni profetizzata ad Abramo (Gen 12,3), prospettata dai profeti. È il mistero dell’incontro della storia ebraica, l’Israele eterno, l’olivo di Rm 11, e l’universalità delle nazioni, l’Israele universale. Si tratta del passaggio da un DNA di sangue all’insegna della circoncisione, a un DNA di fede. Tale sintesi in Gv 11, 47-52 si celebra nella morte vicaria di uno solo, Gesù Cristo, come lo rilevano i Padri della Chiesa, e tra loro in modo eminente Origene ed Agostino. Per questo il cristianesimo celebra l’unità nella persona di Gesù di ebrei e non ebrei, di schiavo e di libero, di uomo e di donna, nell’unum del Logos (Giustino), nell’unità della Parola (Origene). Il cristianesimo è essenzialmente per identità e per missione multinazionale e multiculturale nell’unica cultura del Logos, causata dalla morte del Signore.
ATTUALITÀ
Rut, icona biblica di donna accogliente, integrata e integrante.
Una stroria di immigrazione e di ritorno.
di ANGELA MARIA LUPO C. P. (pp. 123-145)
La storia d’immigrazione narrata nel piccolo libro di Rut rappresenta, per l’uomo del nostro tempo, un invito ad accettare l’altro come dono e non come minaccia. Rut, la straniera, incarnando la scelta del bene, della solidarietà e del dono di sé, si fa canale della bontà e della gratuità di Jhwh verso il suo popolo.
Italia porta d’Europa, tra legalità e ospitalità
di LUCA VOLONTÉ (pp. 147-152)
Il tema dell’emigrazione ha portato i vari governi nazionali a legiferare attraverso ‘sanatorie indiscriminate’ o, all’opposto, con misure demagogiche. La peculiarità italiana è stata illuminata dalla preoccupazione espressa da Papa Benedetto XVI, nel suo recente discorso ai Comuni Italiani: “Bisogna saper coniugare solidarietà e rispetto delle leggi, affinché non venga stravolta la convivenza sociale e si tenga conto dei principi di diritto e della tradizione culturale e anche religiosa da cui trae origine la nazione italiana”. Questa visione aggiorna esplicitamente la preoccupazione che stava alla base delle proposte di introdurre un ‘principio di omogeneità’.
Il fenomeno migratorio: esperienza di ‘crisi’
di GUGLIELMO BORGHETTI, vescovo di Pitigliano-Sovana-Orbetello (pp. 153-164)
La prospettiva dalla quale ci muoviamo per offrire un contributo specifico al tema del seminario della Cattedra Gloria Crucis, è quella propria dell’antropologia pastorale; disciplina che a tutt’oggi non ha ancora assunto una forma epistemologicamente compiuta e che si propone timidamente come scienza empirica applicata chiamata a rilevare ed esporre metodicamente le premesse antropologiche per raggiungere la salvezza. Nel suo rapporto con la teologia pastorale, si pone come scienza ausiliaria, insostituibile per realizzare il suo primo ed essenziale compito metodologico: conoscere la concreta situazione dell’uomo considerato come singolo individuo e come membro della società; ricercare le condizioni antropologiche della vita cristiana e dell’agire ecclesiale.
Identità, Croce e Ospitalità
di SALVATORE CURRÒ (pp. 165-181)
La problematica dell’identità ritorna spesso e in vari modi nella nostra società, soprattutto in rapporto alle sfide poste dall’emigrazione e dalla multiculturalità. Questo studio si pone nella prospettiva fenomenologica e vuole aiutare a tener vivo e alto il senso umano dell’identità, invitando a pensare l’identità culturale, nazionale, linguistica, a partire da un richiamo umano all’ospitalità assoluta, iscritto nel cuore stesso dell’io. Si evidenzia così la struttura di alterità dell’io. L’io ritrova se stesso a partire dall’altro, in un movimento di accoglienza per il quale egli, mentre accoglie, si avverte accolto e si riceve in dono. La croce è il segno della rottura dell’io e della sua preoccupazione per sé; è il segno dell’accoglienza vera e del sopraggiungere del dono.
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